Alberto Saka nasce a Polican in Albania, il 28 giugno 1965.
Il lavoro di Saka si è sviluppato attraverso il media della pittura affrontando l’eredità duratura dell’espressionismo astratto da diverse direzioni, affrontando temi tra cui in ultimo il più importante quello della materialità e della temporalità.
Il suo lavoro recente su questi contenuti si colloca in un mondo dell’arte in continuo mutamento tra il tardo modernismo e gli ultimi sviluppi delpostmodernismo. Le opere recenti dell’artista sono concettualmente multivalenti ed esistono simultaneamente sia “qui” che “altrove” proprio nel suo uso di una materialità geometrica tridimensionale (la tela che diventa oggetto tridimensionale) in una pittura bidimensionale che arriva a trascendere la temporalità quadrimensionale.
Proprio per il suo trascendere continuamente le varie dimensioni si può definire questa pittura trascendentalista.
Ma a differenza dei trascendentalisti originali del diciannovesimo secolo che cercavano la connessione con il divino e la verità della natura, Saka usando la pittura astratta a cavallo degli ultimi due secoli va oltre l’osservabile figurativo rappresentativo per trovare verità nell’annullamento temporale, in una materia che diventa antimateria e nei continui passaggi multidimensionali.
Materialmente il lavoro dell’artista è molto complesso, in alcuni lavori il telaio viene distrutto in una sorta di oblio della geometria che aveva prima per ricostruirsi nel tempo in modo nuovo, compattato in uno spazio vuoto per fare da nuovo supporto alla tela che vi si arrotola sopra su se stessa.
Il tempo distrugge e ricostruisce in continuazione in un susseguirsi di oblii che sono uno stato in cui non sei consapevole del tempo o dello spazio in cui ti trovi come in una barca alla deriva. Sei ignaro dei suoi limiti…
Non c’è ordine al di fuori dell’ordine del materiale visivo pittorico e scultoreo assieme dell’opera.
La carriera di Saka tuttavia, quando era un giovane pittore fu influenzata da una miscela inebriante di esperienze personali anche drammatiche che lo portarono a una pittura di tardo espressionismo astratto, proto-neo-avanguardia. Saka è un artista albanese e arrivò in Italia con una barca a remi assieme ad alcuni compagni di viaggio ma quando in mezzo al mare tra l’Albania e la Puglia arrivò la tempesta senza più remi e senza bussola andò alla deriva in mare per giorni e giorni girando a vuoto. Quella è stata un’esperienza di morte che lo ha segnato anche nella sua ispirazione. Fu salvato per miracolo stremato dalle forze lui e i suoi compagni da una nave nei paraggi. In lui “sopravvissuto” il tempo è diventato infinito e materiale allo stesso tempo toccando con mano una morte poi evitata. Con la mente ha viaggiato sia lì nel mare che nell’altrove, sia nel presente che nel passato di millenni e nel futuro di la da venire.
L’artista esplora attraverso il tempo una versione del trascendentalismo che sottolinea sia l’inevitabilità del decadimento naturale sia una zona alternativa “altrove” che potrebbe essere qualsiasi cosa, una specie di sublime dove si incontrano arte e scienza. I quadri quadrimensionali di Saka ti trasportano in un modello circolare del tempo “dove futuri remoti incontrano passati remoti” intrecciando una dicotomia epistemologica con l’arte da un lato e la scienza dall’altro in un ciclo circolare.
Si può affermare che la scienza o fantascienza e l’arte si incontrano nel “presente” delle opere di Alberto Saka.
Sandro Saccocci
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